Quando non si può fare a meno di…
Disturbo ossessivo-compulsivo negli adulti e negli adolescenti
Il disturbo ossessivo compulsivo è uno dei disturbi più diffusi al mondo, dopo la depressione maggiore, la fobia sociale e i disturbi da uso di sostanze. L’organizzazione mondiale della sanità ha classificato il Disturbo Ossessivo Compulsivo come la decima causa di disabilità nel mondo (considerando tutte le malattie) per individui tra i 15 e i 44 anni. Questo disturbo è presente in circa il 2-3% della popolazione mondiale, ovvero ne soffre circa 1 persona su 40. Vediamo di che cosa si tratta.
Cos’è il DOC?
Ognuno di noi ha le sue piccole manie e abitudine, senza le quali non potremmo fare a meno. Queste ci aiutano ad avere la percezione di un maggiore controllo o autocontrollo sulla nostra vita. Ma quando i pensieri sfuggono al normale decorso logico, quando le abitudini si trasformano in rituali rigidi e ripetitivi, che vengono eseguiti inconsapevolmente, per liberarsi da una sensazione di forte ansia o terrore o paura di perdere il controllo, si sta verificando qualcosa di più serio. Entriamo in questo caso nel disturbo ossessivo-compulsivo o DOC.
Cosa sono le ossessioni e le compulsioni?
Il DOC è caratterizzato da ossessioni e compulsioni.
Le ossessioni sono pensieri ricorrenti, intrusivi, immagini e impulsi assillanti, indesiderati e angoscianti che vengono in mente all’improvviso, contro la propria volontà e causano alla persona disagio e ansia. In alcuni casi, ci potremmo anche rendere conto che sono assurde, inappropriate o eccessive e molto lontane dai propri valori, dalle proprie convinzioni morali o dalla propria personalità. Ma quanto ci si può sforzare di allontanarle dalla mente, tali continuano a insinuarsi nella mente, intrappolandola in un vortice di pensieri continui.
Le compulsioni, invece, sono i comportamenti che si mettono in atto in risposta ai pensieri ossessivi al fine di ridurre il disagio, o prevenire un qualche evento temuto. I comportamenti compulsivi possono essere, ad esempio, lavarsi le mani, riordinare, controllare qualcuno o qualcosa oppure possono essere azioni mentali come contare, pregare, ripetere formule ecc.
Nonostante il fatto che ci si possa rendere conto che la spinta a lavare, a controllare, a toccare certi oggetti o a ripetere nella mente numeri ecc è stravagante e poco sensata, la persona sente la necessità, la pressione interiore sovrastante di dover mettere in atto il comportamento compulsivo.
Quali tipologie di DOC?
Vi sono diverse tipologie di DOC:
- DOC di lavaggio e pulizia: necessità di dover lavare oggetti e se stessi per placare il timore di essere contaminati.
- DOC di controllo: paura eccessiva e irrazionale di essere responsabili di pericoli e catastrofi in cui potrebbero essere coinvolte altre persone.
- DOC di ripetizione e conteggio: necessità di ripetere alcune azioni per evitare che il pensiero ossessivo si avveri (pensiero magico).
- DOC ordine e simmetria: necessità che le cose intorno siano poste in un certo modo, è intollerabile vederle minimamente poste in modo disordinato o asimmetrico, ciò procura una sensazione sgradevole di mancanza di armonia e logicità.
- DOC di accumulo/accaparramento: tendenza a conservare e accumulare oggetti inutili.
Altre ossessioni definite come “pure” sono:
- Ossessioni aggressive che possono riguardare se stessi o gli altri. Si tratta di pensieri intrusivi di poter far male a se stessi o a qualcun altro. La persona è terrorizzata dall’idea di poter agire tale impulso.
- Ossessioni sessuali. Si tratta di pensieri o, più spesso immagini o impulsi, relativi alla sfera sessuale.
- Ossessioni religiose che possono riguardare pensieri intrusivi circa le punizioni, l’aver commesso un peccato o su come hanno eseguito un rituale religioso.
- Ossessioni somatiche, chiamate anche ossessioni focalizzate sul corpo, somatiche o sensomotorie, sono estremamente stressanti per l’individuo.
Ci sono poi altre ossessioni molto comuni che non rientrano in una specifica categoria, di seguito alcune:
- Impulso indesiderato di conoscere o ricordare informazioni non necessarie come slogan, targhe, nomi ecc.
- Paura di dire qualcosa di sbagliato, di non dire qualcosa di giusto o di perdere qualche dettaglio.
- Preoccupazione di perdere qualcosa o qualcuno.
- Preoccupazione di commettere errori.
- Preoccupazione di non capire perfettamente quello che si legge.
- Preoccupazione di non scrivere in modo perfetto.
Da cosa sono causati i pensieri ossessivi e le compulsioni?
Le ossessioni e le compulsioni sono originate da modalità erronee di interpretare i propri pensieri intrusivi e indesiderati (la così detta non_mentalizzazione o mentalizzazione errata). Quindi un’ossessione si sviluppa e persiste perché viene attribuito un significato errato e distorto relativo ad un danno, pericolo o minaccia per se stesso o per gli altri. Questo fa si che la persona si senta responsabile. Di conseguenza proverà ansia, disagio, colpa, rabbia o disgusto. Per ridurre queste emozioni negative, la persona tenderà a mettere in atto una compulsione o altre strategie di controllo mentale che, in realtà, diventano loro stessi dei fattori scatenanti (trigger) per il pensiero stesso, aumentandone così la frequenza. In questo modo, la mente diventa estremamente sensibile e recettiva a individuare tutto quello che riguarda l’ossessione principale e il circolo ricomincia.
Esempi di interpretazioni errate:
- Il pensiero porta all’azione: se penso di fare qualcosa la farò realmente.
- Fusione pensiero/azione: se penso ad un evento negativo è più probabile che si verifichi.
- Controllo dei pensieri: se non controllo questi pensieri, questi mi faranno impazzire.
- Eccessivo senso di responsabilità: se ho una minima influenza sull’evento negativo, ne sono totalmente responsabile.
- Sovrastima della minaccia: se non faccio o faccio questo, accadrà sicuramente qualcosa di serio.
- Sovraimportanza del pensiero: se penso a…sicuramente ha un significato e quindi si verificherà.
- Intolleranza dell’incertezza: è essenziale che sia certo che non accada questo…
Come affrontare le interpretazioni errate?
Per “sconfiggere” le interpretazioni errate è possibile, con l’aiuto di uno psicologo/terapeuta, trovare delle interpretazioni alternative e adattive così da confutare gli errori cognitivi limitanti. Questo esercizio costante porta il paziente a limitare il disturbo-ossessivo compulsivo, ma non basta! Nelle situazioni di stress, è necessario identificare gli stressor (trigger) o attivatori che potrebbero favorire una reazione, quindi una attivazione del DOC.
Gestione dello stress e DOC
Visto che i momenti di stress sono quelli in cui i sintomi del DOC potrebbero comparire o ricomparire, è utile anticipare quando gli stressor possono verificarsi.
Ma cosa si intende per stressor? Innanzitutto, è importante tenere a mente che anche eventi positivi, come la nascita di un figlio, la promozione al lavoro, o il trasloco in una casa più grande, possono essere fattori stressanti. Si può persino non riconoscere certi tipi di eventi o situazioni come stressanti anche fino a molto tempo dopo averli affrontati.
Per facilitare, dunque, il compito di riconoscere i vari tipi di stressor in cui ci si può imbattere, ecco una lista utile:
Stressor familiari/personali
• Morte di un caro amico o familiare
• Malattia di un membro della famiglia (esordio o peggioramento)
• Grandi riunioni familiari (Natale, Pasqua, ecc.)
• Matrimonio (proprio o di un figlio), nascita di un bambino, separazione/divorzio
• Difficoltà coniugali o con i figli
• Difficoltà economiche
• Conflitti con amici o familiari
• Traslochi, ristrutturazioni
• Routine frenetica; richieste eccessive sia a casa che a lavoro
• Difficoltà relazionali o richieste di organizzazioni sociali (lavoro di volontariato, gruppo sportivo, di teatro)
• Persecuzione religiosa o razziale, omofobia, ostracismo o isolamento
• Vicinato poco sicuro
• Isolamento sociale
Stressor lavorativi
• Lavoro difficile o noioso, autonomia lavorativa limitata
• Lavoro con sostanziale responsabilità
• Promozione, demansionamento, o valutazione di scarso rendimento
• Minaccia di tagli lavorativi nel posto di lavoro
• Capo o manager difficile, conflitti con i colleghi
• Troppo o troppo poco lavoro
• Politiche aziendali sgradevoli, posti di lavoro rumorosi
• Posti di lavoro frenetici
• Poche possibilità di avanzamento di carriera, bassa soddisfazione lavorativa, basso compenso
• Ingiustizie nel posto di lavoro; molestie sessuali, razziali o omofobiche nel luogo di lavoro
Lo stress inoltre si intensifica anche quando pensiamo che le richieste di una situazione superano le nostre capacità di fronteggiarla in quel momento.
Ad esempio, quando “mi sento sopraffatto da mille impegni, da mille cose da fare”.
Il miglior modo per ridurre lo stress è quello di imparare a rispondere in modo consapevole, piuttosto che a reagire, alle situazioni stressanti.
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo in Adolescenza
Il disturbo ossessivo-compulsivo in adolescenza è una condizione patologica caratterizzata da un gruppo di sintomi che includono da una parte le cosiddette ossessioni cioè i pensieri ripetitivi e intrusivi e dall’altra le cosiddette compulsioni cioè rituali che procurano disagio e occupano tanto tempo.
Questi sintomi possono manifestarsi nei bambini verso i quattro anni di età ma più comunemente fanno la loro comparsa tra i 6 e i 9 anni. La prima adolescenza e la prima età adulta costituiscono altri periodi in cui è frequente un esordio o la comparsa di tale disturbo forse perché si tratta di momenti caratterizzati da particolari tensioni evolutive. I sintomi ossessivo-compulsivo nel giovane sono accompagnati da ansia che può essere trasmessa o alle volte amplificata anche dai genitori.
Quando genitori e figli, insieme, non sono in grado di attenuare l’ansia, la sintomatologia peggiora drasticamente soprattutto se l’espressione del disturbo non è consentito. In altre parole, se si vieta al giovane adolescente di esprimere quei comportamenti (ad esempio dei rituali) senza un rimando e una validazione del possibile disagio in corso, questo potrebbe accentuarsi.
Il disturbo ossessivo-compulsivo può stabilizzarsi o andare incontro a remissione in molti adolescenti ma di solito ha un decorso cronico che causa una marcata compromissione del funzionamento in vari contesti sociali.
Esperienza soggettiva del disturbo ossessivo-compulsivo in adolescenza
Stati affettivi
Gli stati affettivi associati al disturbo ossessivo-compulsivo implicano un’ansia pervasiva. In questo disturbo la causa dell’ansia, in genere, non è chiara. Sia i genitori sia l’adolescente tendono a rivolgere l’attenzione sulle manifestazioni ansiose, anziché cercare di esplorarne le cause. Le caratteristiche dell’insorgenza di sintomi suggeriscono che l’origine di molte ossessioni e compulsioni è da ricercare in problematiche evolutive. In particolare alcuni studi rilevano che la rabbia e le paure magiche di perdere il controllo potrebbero essere alla base degli stati ansiogeni.
Area cognitiva
Pensieri fantasie egodistonici e indesiderati sono implicati nell’ideazione ossessiva o nei rituali che l’individuo si sente obbligato a compiere nel tentativo, seppur inefficace, di difendersi dall’ansia o dal pericolo (un pericolo percepito dal soggetto tendenzialmente non reale).
Conclusioni
Generalmente, gli adolescenti, spesso anche gli adulti, mostrano poco insight rispetto ai propri sintomi ossessivi e compulsivi e hanno bisogno che i terapeuti l’aiutino a considerare possibili motivazioni alla base del loro disturbo. Pertanto per far fronte a questo disturbo è importante andare a ricercare l’origine più che andare a lavorare sui singoli sintomi e focalizzare, poi, l’attenzione sulle risorse personali e contestuali.