Quando una relazione finisce…(e cosa fare dopo?)
Quando una relazione finisce è normale provare forti emozioni, soprattutto quando ci si rende conto che non si è più una coppia. Non c’è un modo “giusto” per sentire le emozioni ed è inutile contrastarle, bloccarle. I sentimenti fluiscono in modo diverso e costante durante il giorno: tristezza, rabbia, ansia, stanchezza e persino sollievo.
Quando una relazione finisce, molte persone provano un senso di perdita e di delusione. Può essere difficile lasciar andare quelle speranze, sogni e aspettative che avevi rispetto alla relazione e guardare verso un futuro che vedi incerto e buio.
Anche chi ha deciso di voler chiudere la relazione può avere paura dell’ignoto e potrebbe chiedersi se abbia preso la decisione giusta. Entrambi sentiranno la mancanza dell’altro, anche quando è coinvolto un nuovo partner.
Affioreranno i ricordi delle cose che si amava dell’ex solo quando la relazione sarà veramente finita, quando effettivamente il “lutto” sarà stato elaborato. Ma mentre chi lascia può sentire un senso di perdita, è probabile che questi sentimenti siano più intensi in chi viene lasciato. Mancanza di controllo, spaesamento… è difficile minimizzare queste sensazioni. La routine è stata interrotta e la vita è cambiata, non è stata una tua scelta.
Come afferma la psicologa dott.ssa Janet Reibstein: “Non hai pianificato tu le cose, quindi il caos sarà molto intenso, il dolore sarà molto forte e vivrai con un ritmo diverso”.
Spesso è la perdita emotiva, piuttosto che pratica, a essere più dolorosa. Alcuni esperti suggeriscono di concedersi del tempo per sentire quel dolore ed elaborarlo, anche con l’aiuto di un professionista (counselor o psicoterapeuta), così da poter iniziare qualcosa di nuovo con più consapevolezza e non rimanere agganciati al passato, a quelle aspettative che hanno riempito fino a poco tempo fa la tua vita.
Per elaborare una rottura, le persone passano attraverso il così detto “processo di elaborazione del lutto” che prevede alcune fasi:
FASE 1 – Negazione – Diciamo che la realtà delle cose è assurda, impossibile, non ci vogliamo credere e non lo vogliamo accettare, è più forte di noi e crediamo che sia tutto uno scherzo.
FASE 2 – Rabbia – Ci rendiamo conto della nuova realtà per la prima volta. Questo stato può durare molto, siamo arrabbiati col mondo, col caos e col destino per aver subito questo dolore.
FASE 3 – Senso di colpa – In contemporanea alla rabbia (potremmo essere anche arrabbiati con noi stessi) arrivano i sensi di colpa, cerchiamo di capire dove abbiamo sbagliato, perché è andata cosi, e cosa sarebbe successo se avessimo agito in modo diverso. Una sorta di rifugio dalla realtà e continuiamo a pensare a “come sarebbe andata se…”
FASE 4 – Stato depressivo – In questa fase abbiamo capito come sono andate le cose, siamo inconsolabilmente tristi, senza speranza, vorremo solo che qualcuno ci aiutasse a trovare un modo per superare questa fase. Pensiamo di non uscirne più e questo contribuisce a deprimerci ulteriormente.
FASE 5 – Accettazione – Finalmente, è la fase a cui tutti prima o poi DEVONO arrivare, l’accettazione. Consiste nel guardarsi indietro, capire cos’è successo con un atteggiamento consapevole e di accettazione. Il salto dalla depressione all’accettazione è il più difficile da attraversare, perché bisogna uscire dalla tristezza e capire che ciò che è stato non è più, e non ci si può far niente.
Da tutte queste fasi si può uscire e talvolta si sta meglio di prima, perché si è anche più consapevoli di quello che si vuole dalla vita e da una eventuale futura relazione.
Quali sono i miei suggerimenti per vivere al meglio una rottura, considerandola come un momento di transizione?
Eccone alcuni:
- Concedersi del tempo libero per ascoltare, sentire, il dolore.
- Riconoscere le emozioni, intense e contrastanti, che si provano accettando di non essere al meglio per un po’. Va bene concederti una pausa.
- Ricordarsi che il dolore diminuisce con il tempo, un giorno potremmo non sentirlo più, così da poter incominciare qualcosa di nuovo. Potrebbe sembrare più facile a dirsi che a farsi, motivarsi ogni giorno ricordando sempre che le cose diventeranno più facili dopo un po’.
- Non attraversare il dolore da soli, ma meglio chiedere aiuto ad amici e professionisti.
- Ricordarsi che esiste un futuro e incominciare a costruirlo…
- Trovare nuovi interessi. Provare a vedere la rottura come un’opportunità per nuovi inizi, facendo ciò che prima non si poteva fare.
Nel caso sentissi la necessità, sarò felice di supportati in questo importante momento di cambiamento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ester Varchetta
Doc. in Psicologia Clinica e in Scienze dell’Educazione
Analista Transazionale Relazionale (CO-2) – Mediatrice Familiare – Esperta di Dinamiche Relazionali, gestione di difficoltà momentanee e cambiamenti evolutivi.
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