Mamme che lavorano
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una nuova serie televisiva prodotta da Netflix “Workin’ Moms” che ha riportato la mia attenzione su uno dei temi a me più cari: conciliare famiglia e lavoro quando si è madri. Argomenti che ritroviamo anche nel film “Ma come fa a far tutto!” con Sarah Jessica Parker.
Mi ha fatto davvero piacere poterli guardare e riguardare, sarà perché mi ritrovo e mi riconosco nelle protagoniste o sarà anche che penso sia un tema molto importante quello di aiutare le madri a vivere il proprio ruolo in famiglia e realizzarsi attraverso la professione. Non possiamo dimenticare che nella maggior parte dei casi il lavoro, anche per le donne-madri, è fondamentale sia per il fatto che al giorno d’oggi è necessario avere un doppio reddito, sia perché la professione spesso è sinonimo di auto-realizzazione.
Ultime ricerche rilevano che sempre più donne “scelgono” di avere il primo figlio tra i 32/35-40 anni, quando si sono “sistemate” dal punto di vista lavorativo. Questa necessità ha portato a rivedere i ruoli e l’organizzazione familiare: entrambi i genitori sono chiamati a partecipare anche alle attività domestiche, in egual misura. Lo avreste mai detto qualche tempo fa?
Non sono così sicura, come invece affermato da molti, che la madre rientrata al lavoro dopo la maternità abbia sviluppato delle competenze trasversali che può spendere in azienda, in quanto i contesti sono molto differenti. In particolare, la madre che lavora è permeata da stati emotivi, sensazioni e pensieri complessi, come ben rappresentato dalla serie e film citati sopra. Secondo me una donna, a prescindere dall’essere madre, può performare efficacemente in azienda. Detto questo, a mio avviso, è sicuramente vero che trovare un equilibrio tra famiglia e lavoro è davvero una sfida sia “pratica” che emotiva.
L’ambito lavorativo e quello familiare hanno obiettivi differenti e si influenzano reciprocamente. Il passaggio da un ambiente all’altro prevede specifici impegni, responsabilità, aspettative che si ritrovano nell’arco della giornata (Ashforth et col.2000). Questi passaggi vengono chiamati micro-transizioni, come ad esempio lo spostamento casa/lavoro/casa oppure casa/asilo o scuola/lavoro. In base all’età del figlio, o dei figli, quello che prova e pensa una madre durante i diversi spostamenti è davvero unico, pieno di emozioni e pensieri a volte contrastanti. Vi ci ritrovate?
Come madri, cosa possiamo fare per vivere al vivere al meglio i differenti ruoli, integrandoli il più possibile? Consapevole della complessità della domanda, ecco alcuni spunti di riflessione:
- Creatività! Se pur difficile, può essere di aiuto riorganizzare la vita quotidiana esplorando più soluzioni e alternative possibili.
- Comunicare apertamente. Non nascondere ciò che proviamo e pensiamo, sia con il partner che al lavoro, rimanendo naturalmente nell’area dell’adeguatezza. Condividere è importante!
- Trovare degli Spazi di condivisione. Tante madri-lavoratrici vivono le stesse difficoltà. Condividetele e vi sentirete meno sole!
- Chiedere aiuto. Purtroppo portare avanti lavoro e famiglia, ci mette di fronte ad una grande verità: non siamo perfette e abbiamo bisogno di aiuto…quindi, chiedetelo 🙂
Avete altri suggerimenti? Condividi qui oppure dal vivo partecipando ai “Gruppi di Condivisione Libera” dedicati alle mamme!
Dott.ssa Ester Varchetta
Doc. in Psicologia Clinica e in Scienze dell’Educazione
Couselor – Mediatrice Familiare – Psicodrammatista