Perché stiamo insieme?
Avete mai posto questa domanda al vostro partner? Potrebbe sembrare una domanda stupida ma non lo è affatto! Forse, qualcuno potrebbe pensare che è poco romantico rispondere, per altri potrebbe essere l’occasione per dare un nuovo significato alla relazione stessa. Non è un caso se avete deciso di stare con quella persona, anziché un’altra.
“Farfalle nello stomaco”, “batticuore”? E’ normale sentire tutto questo quando siamo innamorati. L’innamoramento è la prima fase che porta alla costituzione del ciclo di vita della coppia ed è un processo inconsapevole, come è inconsapevole la scelta del partner soprattutto nei primi tempi. Che cosa accade esattamente? Di che cosa ci innamoriamo?
Attraverso un procedimento non consapevole, che si basa sulle esperienze individuali e familiari vissute in precedenza, proiettiamo su l’altro i nostri bisogni e desideri, attivando il così detto meccanismo proiettivo. In questo modo, idealizziamo l’altro e anche noi stessi in unione con lui o con lei. Alcuni autori hanno individuato due modalità di scelta: quella complementare e quella per contrasto.
La modalità complementare favorisce la ricerca di un partner simile al proprio genitore dell’altro sesso, quindi in caso di una donna l’attenzione sarà rivolta a uomini simili al proprio padre mentre per l’uomo la ricerca si rivolgerà a donne simili alla propria madre.
La scelta per contrasto, invece, prevede di ricercare quell’uomo o quella donna differenti rispetto alle figure genitoriali.
Si tratta di un tema molto complesso, non è raro che un persona ricerchi delle caratteristiche appartenenti ad entrambi i genitori, non solo riferendosi ad uno dei due e in questo caso l’approccio su cui facciamo leva è di tipo flessibile, non deterministico.
Secondo Paolo Gambini, l’innamoramento è il primo contratto o patto segreto che la coppia “stipula”, non dimentichiamoci che tendenzialmente è inconsapevole, per questo…così bello!
Ma cosa accade dopo? Sarà la quotidianità a svelare l’illusione del patto segreto, facendo emergere i limiti della relazione di coppia, allo stesso tempo permettendo il passaggio da “ti scelgono per quello che vorrei che fossi” a “ti scelgo per quello che sei” . In questa fase la coppia è più consapevole e sceglie intenzionalmente di portare avanti il progetto insieme.
Ma come facciamo a sapere, se la persona che abbiamo scelto è quella “giusta”?
Sicuramente ci vuole del tempo, alcuni criteri, però, potrebbero aiutarci a non illuderci, almeno nella prima importantissima fase, e scegliere non solo in base a quello che “sentiamo” ma anche in base a quello che vogliamo per noi stessi e per il nostro futuro. I criteri potrebbero essere:
- Qualità fisiche, emotive e intellettuali. La persona che ho scelto mi piace fisicamente? E’ abituato ad esprimere le emozioni? Mi ritrovo dal punto di vista “culturale”? Abbiamo un background formativo e culturale simile o diverso?
Porsi queste domande, non significa crearsi dei pre-giudizi oppure delle barriere, ma vuol dire sapere che ci sono delle differenze e/o delle somiglianze che a volte possono rappresentare un punto di forza della coppia, a volte, con il passare del tempo, un punto di debolezza e di conflitti. - Obiettivi, valori e idee. La persona che ho scelto ha i miei stessi valori? Crede in ciò che credo io (ad esempio, la famiglia, l’appartenenza, il rispetto reciproco…)? E’ possibile costruire e definire un progetto insieme?
- Fiducia. Che rapporto ha il mio partener con il tema della fiducia? Tendenzialmente è una persona che si fida o no? Quanto la persona che ho scelto si fida di me? Che cosa le potrebbe far perdere la fiducia? E’ importante che il mio partner si fidi di me?
- Autonomia. Ci concediamo spazi di autonomia? Riconosco l’altro con una sua identità e personalità? Quanta libertà mi prendo nel rapporto, quanta sono pronto/a a dare?
- Comunicazione. Com’è la comunicazione con il partner? Chiara? Onesta? C’è un buon ascolto? Quanto accetto punti di vista differenti da parte del partner?
- Conflitti. Come gestiamo i conflitti? Come prendiamo decisioni in caso di dissenso? Tendo a passivizzarmi o ad aggredire? E’ possibile una mediazione in caso di conflitto?
- Accettazione. Accetto il mio partner per quello che è ora? Accetto me stessa o me stesso in relazione con il partner?
Ricordiamoci che nessuno può cambiare nessuno, quello che si può fare è accettare l’altro e trovare delle soluzioni in caso di conflitto o divergenze, in modo consapevole e rispettoso, ascoltando i propri bisogni e i bisogni dell’altro.
Non è sempre facile lavorare sui criteri sopra elencanti, se necessario è possibile chiedere aiuto ad un professionista. “La Tartaruga – SPAZIO CRESCITA PERSONALE” propone dei percorsi pre-matrimoniali o convivenza ma anche percorsi in itinere così da agevolare e supportare la coppia nei momenti difficili e nelle fasi di cambiamento.
By Dott.ssa Ester Varchetta
Doc. in Psicologia Clinica e in Scienze dell’Educazione
Mediatrice Familiare, Counselor Relazionale e Psicodrammatista