Giovane Ansia…
GIOVANE ANSIA…
Una normale Domenica di fine estate…
In cameretta, guardando le foto sul cellulare: “Domani si torna a scuola, finalmente rivedrò le mie amiche e i miei compagni. Ho un sacco di cose da raccontargli ma già mi immagino quanti compiti ci daranno i prof., le verifiche a sorprese e le interrogazioni… dovrò passare tutti i pomeriggi a studiare… non posso prendere brutti voti…”.
Anche quando siamo più grandi…
Seduto sul divano, i pensieri che iniziano a navigare nella mente: “Domani devo tornare al lavoro, chissà quante email, chissà quante cose da fare, che palle il mio capo, dovrò lavorare fino a tardi perché sono l’ultimo arrivato e con la scusa che devo imparare mi sfruttano!! Finirà come al solito che dovrò rinunciare a uscire coi miei amici e non potrò andare nemmeno a giocare a calcio…”.
Angoscia, paura e ansia sono stati d’animo che ci accompagnano durante le vicissitudini della vita. C’è chi le avverte di più e chi meno. In particolare sembra che a soffrire di più stress e ansia siano gli studenti. “Secondo l’Istituto nazionale di statistica sono circa 20mila i ragazzi italiani tra i 15 e i 17 anni che hanno sofferto di depressione e ansia cronica grave nei 12 mesi precedenti la ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati nel rapporto «La salute mentale nelle varie fasi della vita». Nel rapporto PISA (Programme for International Student Assessment) dell’O
CSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, che prende in considerazione gli studenti 15enni di 80 Paesi del mondo, l’anno scorso ha certificato che il fenomeno dell’ansia scolastica è più diffuso in Italia che altrove. Secondo quanto emerge dalla ricerca, il 56% dei giovani dichiara di sentirsi nervoso quando si prepara per un test (contro la media dei Paesi Ocse del 37%), il 70% racconta di essere molto in ansia per le verifiche anche se si è preparato adeguatamente (media Ocse 56%) e, infine, l’85% dei 15enni italiani sui banchi ha paura di prendere brutti voti (media Ocse 66%).
Che cosa porta una persona a provare angoscia, paura e ansia? Quante volte sentiamo dire dalle persone che ci stanno vicine, o forse anche noi stessi, “che ansia”, “ho paura”, “ansia, ansia, ansia”.
Vediamo che cosa ci dicono in merito alcuni modelli appartenenti all’ambito della psicologia per poi andare a ipotizzare delle azioni di intervento e di prevenzione.
Frederick Perls definisce l’angoscia come “lacuna tra l’ora e il poi”. Ogni volta che abbandoniamo con la mente la “base sicura” del presente incominciamo a preoccuparci per il futuro e proviamo angoscia. Perls definisce il futuro come una rappresentazione scenica, una recita, un palcoscenico pieno di pensieri a volte catastrofici e di aspettative negative verso ciò che accadrà. Per Jacob L. Moreno, fondatore dello Psicodramma, l’ansia aumenta quando perdiamo di spontaneità e creatività nel rispondere alle situazioni della vita. Siamo più abituati a produrre pensieri verso il futuro di tipo catastrofico anziché di tipo fertile e possibilistico. L’angoscia come l’ansia, la paura e il senso di colpa, vengono identificati in Analisi Transazionale come sentimenti sostitutivi, in altre parole sono degli automatismi emotivi che ci portano via dal presente ma che ci siamo abituati a sentire, limitandoci nella possibilità di azione ed a volte di scelta.
Quali sono i pensieri che creano problemi e favoriscono stati d’ansia? In letteratura ne troviamo un po’, vediamo i più comuni:
PENSIERI CATASTROFICI. Quando esageriamo l’aspetto spiacevole di un evento presente o futuro: “sarà terribile”, “sarà tremendo”. “è orribile non essere capiti”.
PENSIERI ASSOLUTISTICI. Quando ci si esprime in forma di “doverizzazione”: devo assolutamente”, “gli altri devono…”, “certe cose non devono assolutamente accadere”.
GENERALIZZAZIONI. Quando pensiamo in termini “sempre, “mai”, “tutti”, “nessuno”: “mi va sempre tutto storto”, “non mi va mai bene”, “è sempre così”.
Cos’hai provato nel leggere questi esempi? Probabilmente malessere… questo è quello che accade quando dai alla tua mente la possibilità di leggere le situazioni in questo modo. Sono proprio questi pensieri che ti procurano ansia, angoscia e paura. Cosa fare?
Ecco alcuni semplici passaggi che potrebbero ispirarti per iniziare ad allenarti. Ci si può allenare a gestire pensieri e stati d’animo? Certo!
- Identificare questi pensieri “problematici”;
- Analizzare, porci delle domande su questi pensieri. Ad esempio: la realtà è proprio così? Quando mi capita di attivare questo tipo di pensiero? E’ utile pensarci ora?;
- Trasformare il pensiero. Ad esempio: “quella volta specifica è accaduto questo, oggi farò così”, “è spiacevole ma posso trovare una alternativa”, “sono qui ora…”.
Cosa hai provato mentre leggevi questi esempi. Meglio? Io sì! 😊
Continua ad allenarti utilizzando anche le pratiche di mindfulness, concentrandoti su ciò che ti fa star bene, vivendo momento dopo momento. E quando sentirai ansia, accoglila, elabora e lascia andare…
Buon allenamento!
Dott.ssa Ester Varchetta
BIBLIOGRAFIA
- Bignardi, Storia della mia ansia. Mondadori
- Boria, Psicodramma Classico, Franco Angeli
- de Leonardi, Lo scarto del cavallo, Franco Angeli
- Di Pietro, L’ABC delle emozioni, Erickon
- English, Essere terapeuta, Edizione La Vita Felice
- Magrograssi, I giochi psicologici in Analisi Transazionale, Ananke
- L. Moreno, Il teatro della spontaneità, DR Editore
- Perls, La Terapia Gestaltica, Casa Editrice Astralabio
- D. Yalom, Creature di un giorno, Neri Pozza Narrativa
SITOGRAFIA
http://www.ilgiornale.it/news/politica/paura-fallire-classe-ragazzi-crisi-1569156.html