Ansia e Stress! Cosa ci dicono le neuroscienze?
Perché a volte proviamo ansia e/o ci sentiamo stressati? Che cosa ci porta ad essere più o meno depressi? Vediamo cosa ci dicono gli studi più recenti nell’ambito delle neuroscienze.
COME FUNZIONA IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO?
Gli ultimi studi di neuroscienza affermano che solitamente l’ansia e lo stress cronici vengono determinati da un mancato equilibrio dei sistemi che compongono il Sistema Nervoso. Il Sistema Nervoso Autonomo è parte del funzionamento del sistema periferico che governa gli organi interni e alcuni muscoli ed è responsabile del movimento involontario.
Il modello classico divide il sistema nervoso autonomo in due circuiti:
- CIRCUITO SIMPATICO, si attiva in caso di stimoli o pericoli ed è deputato a tutte le attività degli organi che richiedono una “tensione”, un’attivazione, come la dilatazione delle pupille, l’accelerazione della frequenza cardiaca e della respirazione, la costrizione dei vasi sanguigni ecc.
- CIRCUITO PARASIMPATICO, assolve la funzione di rilassamento, è deputato alle attività di “distensione”. In altre parole, il sistema parasimpatico rallenta i processi e mantiene uno stato di quiete.
Così mentre il simpatico accelera il battito cardiaco, il parasimpatico lo rallenta. Lavorando assieme per mantenere l’equilibrio nei nostri organi interni, i due sistemi possono mantenere l’omeostasi, delicato ma essenziale equilibrio.
Attraverso la più recente Teoria Polivagale si è ripensato il funzionamento del Sistema Nervoso Autonomo non in termini di antagonismo tra il sistema simpatico e parasimpatico, bensì in termini di gerarchie di risposte.
La teoria polivagale riconosce il nervo vago come uno dei nervi cranici più importanti per la regolazione di diversi organi interni. Il nervo vago si origina nel midollo allungato per poi propagarsi nel corpo attraverso le sue ramificazioni fino a raggiungere l’addome. Questo nervo è responsabile di una corretta frequenza cardiaca, della contrazione dei muscoli, del senso del gusto e della dilatazione dei vasi arteriosi (solo per citarne alcuni).L’infiammazione o la compressione del nervo vago danno luogo alla cosiddetta sindrome vagale, un insieme di sintomi, che possono manifestarsi sia in gruppo che singolarmente, tra i quali possiamo citare:
- Problemi gastrointestinali quali alterazioni dell’alvo con stipsi o diarrea, e acidità di stomaco
- Sensazione di svenimento accompagnata a tachicardia o battito irregolare (si possono verificare casi di fibrillazione atriale)
- Sudorazione fredda, pallore
- Tremori, giramenti di testa e vertigini
- Difficoltà a deglutire e sensazione di nodo alla gola
- Sensazione di mani e piedi freddi o arrossamento del viso
- Irrigidimento del collo accompagnato da dolore a livello del tratto cervicale e mal di testa
- Nausea, spesso accompagnata da vomito e riduzione della salivazione
- Problemi alla vista, con caratteristico annebbiamento della vista o “visione a tunnel” (il soggetto vede man mano diventare scuro il campo visivo con una luce al centro)
- Abbassamento repentino della pressione arteriosa che può portare al collasso ed alla perdita di coscienza.
QUANDO STIAMO BENE? DA COSA E’ DATO IL BENESSERE PSICOFISICO?
Secondo la Teoria Polivagale è possibile avere una buona salute quando il ramo ventrovagale funziona bene. Quando soffriamo di qualche disturbo d’ansia o di depressione significa che nell’organismo è presente una sollecitazione della catena del simpatico o dell’attività dorsovagale, entrambi non ci permettono di entrare nello stato del coinvolgimento sociale, quindi poterci avvicinare a qualcuno, sentirci sicuri e sereni.
Ma di che cosa si tratta esattamente? Che cosa si intende per attività dorsovagale e stato di coinvolgimento sociale? Approfondiamo!
Un aspetto molto importante della Teoria Poligavale è il riconoscimento dell’esistenza di un ramo mielinizzato del parasimpatico (detto nervo vago mielinizzato o ventrovagale) che funge da sistema di regolazione e origina in un’area del tronco encefalico denominata nucleo motorio del vago.
Il sistema di autoregolazione parte, da un sistema primitivo di inibizione (il sistema rettiliano), si affina, nel corso dell’evoluzione, con il sistema di attacco-fuga, e culmina in un sistema sofisticato di ingaggio sociale mediato dalle espressioni facciali e dalla vocalizzazione (coinvolgimento sociale del circuito ventrovagale).
Il nervo vago è costituito da una famiglia di nervi (da qui il nome di teoria polivagale): il ramo dorsovagale e il ramo ventrovagale, a sua volta suddiviso in due componenti, una componente viscero motoria, che regola le viscere al di sopra del diaframma (cuore e respiro), e una componente somatomotoria, che regola i muscoli del collo, della faccia e della testa (il sorriso, il contatto oculare, la vocalizzazione, l’ascolto), in altre parole tutto ciò che è implicato nell’interazione sociale verso cui noi mammiferi siamo orientati in condizioni di sicurezza.
QUALI COLEGAMENTI TRA I CIRCUITI DI RISPOSTA E GLI STATI D’ANIMO?
CIRCUITO VENTROVAGALE
Il ramo ventrovagale del nervo vago è associato alle emozioni positive, riguarda il “coinvolgimento sociale”, detiene un effetto calmante e favorisce la rigenerazione. È lo stato fisiologico di sicurezza, fa parte del circuito parasimpatico. Quando funziona bene, possiamo provare un senso di benessere. Ma quando non ci sentiamo sicuri, si attivano altri circuiti.
CIRCUITO DORSOVAGALE
Il ramo dorsovagale si attiva principlamente nel quando ci troviamo di fronte ad un evento scioccante o letale, quando siamo shoccati. Il corpo dente a rallentare fino all’immobilizzazione. Tale reazione ha la funzione di favorire la sopravvivenza, come reagiscono alcuni animali di fronte ad un pericolo.
Il circuito dorsovagale è lo stesso ramo che viene attivato quando siamo depressi o in ansia, infatti tendiamo a immobilizzarci, a non trovare una soluzione al problema o al nostro stato d’animo. L’attivazione di questo circuito può favorire stati dissociativi legati a dei traumi emotivi vissuti in passato, non elaborati.
CATENA DEL SIMPATICO
La catena del simpatico si attiva in una situazione di pericolo favorendo la così detta reazione di “attacco e fuga”, la mobilizzazione data dalla paura o dalla rabbia. Lo stato fisiologico conseguente è quello di insicurezza, quindi di minaccia/pericolo, sfociando in comportamenti che portano ad affrontare il pericolo oppure a scappare.
Stiamo bene quando? Quando tra questi circuiti vi è un buon equilibrio, omeostasi, con una prevalenza di attivazione del circuito ventrovagale.
COME FAVORIRE IL BENESSERE VAGALE?
Un primo passo per favorire il benessere psico-fisico è prenderci cura di noi e del nostro nervo vago. Come? Quando iniziamo a sentire dei dolori fisici che si ripetono in diversi momenti della vita come mal di testa, difficoltà digestive, spossatezza oppure stati di malessere emotivo come scatti di rabbia, stati d’ansia e depressione, molto probabilmente è attivo il circuito dorsovagale o la catena del simpatico.
Appena ci accorgiamo di questi sintomi, è necessario:
- Fermarsi e identificare che cosa ci provoca tale malessere.
- Monitorare i sintomi quotidianamente per comprenderne l’intensità e la pervasività, associandoli [come da punto uno] a delle situazioni specifiche o dei pensieri che provocano l’attivazione del circuito dorsovagale o il sistema simpatico.
- Identificata la causa dei sintomi, trovare delle alternative comportamentali e di pensiero, facendosi aiutare dalle tecniche di rilassamento e concentrazione per favorire un equilibrio emotivo: Mindfulness, Training Autogeno e Visualizzazioni Creative.
- Portare dei cambiamenti nella vita quotidiana.
So bene che non è così semplice applicare questi punti, in molti casi è necessario chiedere aiuto e attivare un percorso psicologico di breve/media durata, al fine di ritrovare il benessere psico-fisico e acquisire un metodo personalizzato per gestire e affrontare efficacemente gli stati di malessere. Le tecniche che solitamente aiutano a ritrovare un equilibrio psicofisico sono la Mindfulness e il Training Autogeno, associate ad un lavoro di tipo cognitivo-comportamentale al fine di aumentare la consapevolezza dei pensieri disfunzionali.
Per informazioni, contattami!
Dott.ssa Ester Varchetta