Ansia o depressione: quali differenze ci sono?
L’ansia è lo spazio tra “adesso “ e “poi” …
Richard Abell
L’ansia è un’emozione naturale, che fa parte del nostro patrimonio genetico, e di per sé è utile all’adattamento che rappresenta una parte necessaria di risposta allo stress. Infatti, senza l’ansia e senza la paura l’uomo non sarebbe sopravvissuto e non sopravvivrebbe ai pericoli. L’ansia può essere, quindi, un’ottima alleata, solo se diventa sopraffacente può danneggiarci.
Come distinguere il malessere che provi?
Fai un check dei tuoi sintomi:
GRUPPO A
- Apprensione
- Tensione alla base del collo e alle spalle
- Sensazione costante di pericolo
- Difficoltà di concentrazione
- Problemi di memoria
- Inquietudine e reazioni rabbiose
- Autostima e senso di autoefficacia bassi
- Stato di preoccupazione costante
GRUPPO B
- Pessimismo
- Sbalzi d’umore improvvisi
- Senso di profonda tristezza
- Apatia e disinteresse nei confronti di ogni cOsa
- Continua stanchezza
- Assenza di appetito o eccessiva voracità
- Carenza di energia positiva
- Assenza di stimoli sessuali
- Insonnia o sonni inquieti e continuamente interrotti.
Se ti riconosci di più nel primo gruppo sei soggetto all’ansia.
Se, invece, ti riconosci di più nel secondo potresti essere più incline alla depressione.
Approfondiamo!
Quali differenze tra ansia e depressione?
I disturbi legati all’ansia sono caratterizzati da un senso di dubbio e di vulnerabilità su tutto ciò che ruota intorno al domani. Tale senso di dubbio è connotato anche dalla paura di non riuscire a mantenere il controllo e di essere sopraffatti dalla situazione o da sintomi corporei. Chi soffre d’ansia ha un forte senso di “minaccia”, teme che possa succedere qualcosa e di non sapere come gestirlo. È un sentimento legato prevalentemente al futuro.
La depressione, invece, è uno stato di profonda tristezza che si riferisce più ad avvenimenti del passato. Infatti le persone depresse tendono ad “autoflagellarsi” dicendosi di non valere nulla, che nella vita non sono stati capaci di…, loro e la vita sono inutili… Le persone che soffrono di depressione sono pervase da un dolore generalizzato a tutto il mondo, da un senso di disperazione, di impotenza e di vuoto.
Si possono curare?
Sì!!! E non è detto che sia sempre necessario ricorrere ai farmaci.
Entrambi i disturbi si possono affrontare lavorando, sia a livello cognitivo, di convinzioni e credenze, sia a livello emotivo. Uno degli approccio più efficace è la terapia cognitivo-comportamentale, che personalmente integro con altri strumenti, dall’Analisi Transazionale all’Arte Terapia, aumentandone così l’efficacia.
Come possiamo affrontarle?
Ecco un possibile percorso in 7 passi:
Step N°1 ANAMNESI e PSICOEDUCAZIONE
In questa prima fase preliminare è importante dare e acquisire informazioni utili:
- sintomatologia: come si manifestano, quando sono iniziati, quali sono le cause e quanto impattano nella vita del paziente;
- psicoeducazione: approfondire insieme gli studi sul disturbo, acquisire consapevolezza dello stesso e di come affrontarlo.
Successivamente, sarà possibile elaborare un possibile percorso mostrando gli strumenti da adottare (es. schede di automonitoraggio e diario giornaliero), per valutare insieme anche i fattori motivazionali ed eventuali ostacoli.
Step N°2 IDENTIFICAZIONE DEI PENSIERI AUTOMATICI
Il primo passo della seconda fase riguarda l’automonitoraggio dei pensieri automatici, ossia imparare a riconoscere e intercettare i propri pensieri. L’utilizzo di schede specifiche aiuta a registrare quello che la mente produce e a comprendere come le nostre convinzioni si legano a specifiche emozioni come la tristezza, il dolore, il senso di inadeguatezza, ecc. La compilazione delle schede di automonitoraggio è un esercizio importantissimo da compiere sia durante la seduta che a casa.
Il tutto verrà condiviso di volta in volta in seduta, così da continuare il lavoro.
Step N°3 RICONOSCERE GLI ERRORI NEL PROPRIO MODO DI PENSARE
Lavorando con i pensieri automatici è facile accorgersi che la mente tende a leggere le situazioni in modo irrealistico e dannoso. Queste modalità sono le cosiddette distorsioni cognitive. Le più comuni sono: pensare che la realtà sia “bianca o nera”, generalizzare, concentrarsi solo su alcuni aspetti della realtà, trarre conclusioni affrettate, catastrofizzare. Grazie a questo tipo di percorso sarà possibile imparare a riconoscere le proprie distorsioni cognitive e indirizzare i propri pensieri in una direzione realistica e adatta a vivere una vita migliore e più soddisfacente.
Step N°4 METTERE IN DISCUSSIONE I PROPRI PENSIERI AUTOMATICI E CONSIDERARE LE ALTERNATIVE
Una volta riconosciuti i propri pensieri e le proprie tendenze a distorcere la realtà è bene imparare a metterli in discussione, ovvero esercitarsi deliberatamente a modificarli. L’obiettivo di questo lavoro è ottenere modi di pensare più realistici. La messa in discussione dei pensieri viene operata attraverso domande ed esperimenti comportamentali.
Step n° 5 APPRENDERE LA PROCEDURA DEL PROBLEM SOLVING
Lo stile generalmente pessimistico, di chi soffre di depressione o ansia affronta la realtà, interferisce con la capacità di risolvere problemi. A partire da una percezione di inaffrontabilità delle situazioni, chi si sente depresso tende a considerare le situazioni come insormontabili e troppo difficili da gestire. Apprendere i passi del problem solving aiuta a sentirsi più competenti nel governare e affrontare le situazioni della vita.
Step N°6 PRATICARE L’ATTENZIONE AL PRESENTE E IMPARARE AD ACCETTARE LE EMOZIONI DIFFICILI
Preoccupazioni e rimuginio riguardano spesso pensieri relativi al futuro o al passato che allontanano l’attenzione da ciò che si vive nel presente. Chi soffre di depressione tende a considerare ciò che prova sbagliato e negativo, ponendosi in un atteggiamento di rifiuto nei confronti della propria esperienza interiore. Attraverso l’utilizzo di alcune pratiche come la mindfulness è possibile imparare ad assumere un atteggiamento più aperto e libero nei confronti di se stessi. Questo atteggiamento viene chiamato accettazione.
Step N°7 PREVENIRE LE RICADUTE
Molte persone depresse o ansiose vanno incontro a ricadute, per questo è importante sviluppare un piano per incrementare i fattori di protezione, le risorse e le capacità di fronteggiamento della persona durante il percorso. In questa fase è molto importante definire quelle situazioni nelle quali è necessario chiedere nuovamente aiuto per la depressione. A questo punto può essere utile compilare una lista dei principali segnali di crisi.
Stai vivendo un momento di forte ansia e depressione? Monitora i sintomi attraverso questo questionario:
Conosci la storia della rana bollita?
Immagina un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana.
Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida.
La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale.
Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire.
Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
A volte, prima di prendere consapevolezza del proprio stato emotivo passa molto tempo, solo che così può essere più difficile e doloroso il percorso di guarigione. Una risposta tempestiva, sia per l’ansia che per la depressione, possono davvero cambiarti la vita!
Dott.ssa Ester Varchetta